Crescere in un mondo malato
Bambini e adolescenti in una società in crisi
Editore Franco Angeli, 2004
Nel mondo contemporaneo, i bambini e gli adolescenti che stanno male in senso psicologico sono sempre di più. Essi ormai rappresentano l’ultima frontiera del disagio mentale, essendo la categoria umana sulla quale le rapide mutazioni sociali in corso vanno esercitando una sperimentazione ad altissimo rischio. Oggetto di conflitti relativi ai sistemi di valori da trasmettere, il bambino è fatto segno di una pressione coercitiva che non ha l’eguale nel corso della storia. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: ansie, fobie, disturbi alimentari, angosce estetiche e sociali, ipercinesie (il fatidico e attuale ADHD), sindromi asociali, dipendenze, conflitti familiari e generazionali, depressioni e persino compulsioni al suicidio, assediano la mente di un terzo dei bambini e degli adolescenti del mondo occidentale, e si prepararono a colpire in futuro la metà della popolazione giovanile totale. La tesi di questo libro è che ciò dipende dallo smarrimento del mondo adulto di fronte al conflitto di ideologie concorrenti, tutte egualmente “forti” e attive nel contendersi il ruolo di “interpreti del mondo”. Nella relativa obsolescenza della cultura tradizionale del “dovere”, ha preso piede una “cultura del desiderio illimitato” sorta dalla moderna ideologia neoliberista. Il neoliberismo propugna l’idea e diffonde la convinzione che la libertà democratica consista nel diritto inalienabile all’appetizione di beni e servizi, senza limitazioni d’ordine affettivo o morale. In questo senso è lecito parlare di un’ideologia neoliberista implicata nella formazione e nella deformazione della psiche contemporanea, ideologia nella quale l’individualismo assoluto si coniuga con l’onnipresente angoscia di “non essere all’altezza”. Oggetto-tabù che contraddice l’aspirazione moderna all’onnipotenza, il bambino ha finito per essere — suo malgrado — l’inconscio rimosso della nostra civiltà.