Anima ancilla Dei
Foto di Ivan Maria Friedman
Risalgono ai miei dodici anni i miei primi consapevoli lavori letterari. Erano brevi racconti di fantascienza (genere che mi aveva conquistato già dagli undici anni), piccoli saggi di ricerca e opinione e poesie. Ho perso quasi tutto. Mi restano alcuni saggi e alcune poesie dei tredici anni, ancora in forma manoscritta.
È da allora che letteratura accompagna, come una sorella silenziosa o un’amante discreta, la mia vita intellettuale. A differenza del saggio, che “deve” essere reso pubblico, pena l’inattualità, l’opera letteraria – specialmente la poesia – vive di una sua serena atemporalità, che la rende per alcuni aspetti meno esigente.
Ho conservato centinaia di poesie rimaste inedite. Non so quante siano, non le ho mai contate. Non so nemmeno quante ne ho perse (impossibile contarle). La più parte è ancora su carta. Questa che qui propongo l’ho scritta in età matura, fra il 2005 e il 2010. Racconta di come un amore possa accogliere in se stesso il dolore che gravita nel nostro inconscio e restituirlo alla vita in forma di conoscenza, purificato di ogni elemento distruttivo. Nella mia psicologia ho chiamato questo processo di elaborazione e rinnovamento “mediazione dialettica”.
Questa poesia è dedicata al potere catartico dell’amore.
La fotografia che correda magnificamente il testo è dell’amico Ivan Maria Friedman, genio dell’immagine e dell’immaginazione.
Anima ancilla Dei
Prima di te era un incendio il mondo
bosco oscuramente acceso
da fiamme senza luce,
torcia scaraventata
nello spazio profondo.
Ma poi tu in volo attraversando
l’oceano del fuoco
come l’aquila quando
plana lieve dal monte
hai racchiuso dentro te
del mondo terribile ogni cosa:
nel ventre il buio
e nella fronte il fuoco.
Dopo di te il mondo è più libero
fatto di luce, di campi e di schiuma.
Del vecchio mondo non c’è più nulla.
Non più i mostri e i vortici
del caos, né il cieco fuoco
e la follia demente
o i morti torrioni di un sempiterno
buio. Ora la vita si dischiude,
è bella ovunque si distende.
Solo a volte, la notte,
una scintilla accende
il fondo dei tuoi occhi
perduti nell’amore.
E remoto tra di noi lampeggia
l’antico incendio, in un istante di terrore.